Coprogettazione e territorialità - Il Servizio Educativo al Lavoro per le fasce deboli

Nella nostra ultima News abbiamo presentato il progetto di Servizio Educativo al Lavoro per le fasce deboli che procederà per i prossimi sei anni, grazie al nuovo contratto di coprogettazione. In quest’intervista a Marco Bottaro, direttore di Mestieri Lombardia Consolida, approfondiamo il tema protagonista della territorialità e le dinamiche che si andranno a delineare.

È stato recentemente presentato il Corollario del Servizio all’Ufficio di Coordinamento dei Sindaci. Qual è il prossimo passo da compiere?
Si parte dalla riorganizzazione su base d’Ambito, avvicinando il servizio ai Comuni, per tradurre e calare nel reale uno degli orientamenti cardine: il tema della territorialità. Infatti, la proposta del Servizio nasce da un confronto con i Comuni del territorio e, soprattutto, dalla volontà di trasformare le osservazioni raccolte in proposte positive. Questo significa anche rinnovare un dialogo non solo progettuale con i Comuni, ma legato alla sostenibilità delle azioni.
Inoltre, il rilancio di un lavoro sui singoli territori definisce sia un’attenzione volta al riconoscimento e alla valorizzazione del sistema degli interlocutori locali sia la costruzione di nuove piattaforme di dialogo e di avvicinamento delle risposte ai cittadini per costruire risposte di inclusione sociale e lavorativa.

Quali sono le azioni previste?
Questo è un Servizio che prova a muoversi dal baricentro di Lecco e a collocarsi anche presso i territori limitrofi. Nello specifico, è prevista l’apertura di un punto lavoro presso l’Ambito di Merate nella città di Casatenovo (LC) e un altro presso Bellano (LC). Il tentativo è quello di avvicinare la risposta al bisogno, il dialogo con le amministrazioni e gli amministratori comunali e promuovere nuove alleanze a livello locale. Tali collaborazioni si possono trovare sia con i soggetti del mercato del lavoro, come le Aziende, sia con soggetti con cui co-costruire ipotesi di intervento. Penso, per esempio, alle agenzie formative, ad altre agenzie per il lavoro accreditate, ad associazioni e ad altri enti del territorio.

Quindi, questi prossimi sei anni di contratto di coprogettazione sono da intendersi come un traguardo o un nuovo inizio?
Il traguardo è essere stati capaci di strutturare una base solida di lavoro in questi anni, in grado di trattare le tante domande che arrivano al Servizio. Questo non è scontato, è uno sforzo che non sempre risulta visibile e che viene tradotto nell’accompagnare persone, anche molto fragili, lungo un possibile percorso. Quindi, essere qui e raccontare una storia che durerà per almeno 6 anni è un piccolo motivo di orgoglio, anche se c’è molto lavoro da fare perché un Servizio di dialogo con le amministrazioni, si interroga inevitabilmente sui bisogni che mutano. In breve, stiamo parlando di un Servizio che non può permettersi di restare fermo.   

Quali sono le sfide da affrontare?
Sono tante le sfide da affrontare per i prossimi anni, bisogna imbarcare l’innovazione. Si aprono i temi delle nuove competenze, del rinnovamento dei Servizi, dell’allargamento di una piattaforma di collaborazioni e alleanze. Tuttavia, la vera sfida è calare la territorialità in un set di proposte che possano essere comprese e che rivitalizzino il dialogo. Perché non basta predisporre un luogo, ma ci vuole una dinamica da mettere in campo che sappia conciliare questa visione, la sua sostenibilità e le richieste che vengono avanzate.
Infatti, ci sono tante sollecitazioni che arrivano dal territorio. I Comuni hanno voglia di trovare un interlocutore vicino a loro per co-costruire proposte, dialogare con le aziende, proporre percorsi alle persone per trovare un dialogo sulla formazione che conduca all’inserimento lavorativo.